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Qualcuno sta dando i numeri.. noi no!

IL CASO (del Comitato Quartiere Rabin)

NO AL RICATTO

OCCUPAZIONALE

SULLA CARTIERA

Zago annuncia 500 posti di lavoro per la nuova cartiera (Gazzetta del 20 luglio); ogniqualvolta sente puzza di bruciato (è proprio il caso di dirlo) l’imprenditore si presenta aumentando esponenzialmente il numero di lavoratori che verrebbero, assunti; non è chiaro poi quanti siano realmente quelli mantovani all’interno dello stabilimento, giacchè va sempre considerato l’indotto che consta di centinaia di maestranze esterne rappresentate da camionisti e ditte esterne di manutenzione agli impianti che già oggi operano per il gruppo. Tutto questo mentre in un’altra lettera viene ribadito anche da alcuni ex dipendenti Burgo che i posti di lavoro saranno 250/300, considerando l’intero indotto (quindi con camionisti, ditte esterne di manutenzione, ecc.) essendo favorevoli fra l’altro alla valutazione di impatto ambientale affinchè si determini un corretto rapporto tra nuovo impianto industriale e ambiente, evitando inutili contrapposizioni sociali. Appare strano come Zago intervenga dando nuovi numeri dopo che

vi siano sacrosante prese di posizione da parte dei cittadini che chiedono solo non venga installato e potenziato un nuovo inceneritore che, diversamente dal precedente, brucerà anche plastica con conseguente produzione di Pcb e diossine, siamo pertanto confidenti, considerando il movimento di protesta che si sta sempre più incrementando, che nei prossimi interventi dello stesso i posti promessi possano tranquillamente arrivare a 1.000 e forse più. Mantova non è un tavolo da poker dove si rilanciano numeri sulla salute dei cittadini, anche a Rovigo vennero promessi 300 posti di lavoro in cambio di un inceneritore, ma non si fecero abbindolare. Ricordiamo a Zago, come sostenuto qualche tempo fa anche da Marchini (Cgil) che i rifiuti delle cartiere possono essere riciclati e prendere nuova vita, in modo eco-sostenibile: gli inceneritori non servono! Lo dimostra il progetto Eco-pulplast avviato nel distretto cartario di Lucca, finanziato tra l’altro dalla Comunità europea, che dimostra che riciclare lo scarto industriale delle cartiere si può, istituendo una sorta di circuito a filiera corta.

Non ci sono emissioni né ripercussioni dal punto di vista ambientale. Anzi, la plastica recuperata dal pulper (contenente plastica e che verrebbe incenerita nel nostro caso) miscelata con altre plastiche di scarto, viene destinata alla produzione di bancali ad esempio. In questo caso sì verrebbero creati ulteriori posti di lavoro con numeri reali, senza alcun ricatto occupazionale e soprattutto con il pieno appoggio di tutti i cittadini. Perché non viene scelta questa strada da tale illuminato imprenditore? Forse perché bruciare, pardon incenerire, costa meno e soprattutto farlo in un proprio stabilimento al quale far pervenire gli scarti industriali degli altri stabilimenti, senza portarli all’inceneritore di Brescia fa risparmiare qualche centinaia di migliaia di euro all’anno sui polmoni dei mantovani? Vede, signor Zago, nessuno di noi è contro la riapertura della cartiera e alla creazione di nuovi posti di lavoro, anzi, ma l’inceneritore non può far parte di un ricatto occupazionale(“o posso incenerire o me ne vado…”) e barattato con la salute di migliaia di cittadini. Non esistono inceneritori a impatto zero e numerosi studi lo dimostrano, quindi finiamola di raccontare favole e di usare con prepotenza i numeri. La prepotenza meno sopportabile è quella che pretende anche l’applauso.

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